Curarsi in Tunisia : la sanità e i dentisti
Pochi italiani sanno che è’ in costante crescita il numero di europei che vanno a curarsi in Tunisia, dove esiste un eccellente sistema sanitario, di antica tradizione e assolutamente comparabile, quanto a competenze professionali e organizzazione, a quelli europei. La gran parte dei medici di vecchia generazione si è laureata in Francia e oggi alcune facoltà di medicina tunisine, per esempio quella di Monastir, sono diventate dei poli scientifici internazionali. Ma ancora oggi moltissimi laureati tunisini in medicina si specializzano in Francia, grazie anche ad accordi tra i 2 paesi e a borse di studio. Gli ospedali nel paese sono molto numerosi e ben attrezzati, così come le farmacie, in maggioranza comunali.
Per quanto riguarda la sanità privata, questa è diventata un settore di punta dell’economia tunisina, accogliendo un numero davvero rilevante di stranieri (francesi in primo luogo, ma anche inglesi e nord europei, per non parlare dei pazienti provenienti dai paesi arabi) che si recano in Tunisia soprattutto per cure dentarie o per visite e interventi in genere non coperti dalla sanità pubblica (es. chirurgia estetica) o che richiedono lunghi tempi di attesa. E’ il fenomeno del cosiddetto turismo sanitario, che in Europa dell’Est ha conosciuto uno sviluppo impetuoso e che deve la sua fortuna ai costi, in alcuni casi proibitivi, della sanità privata nei paesi occidentali più avanzati. Spiace constatare che tra questi paesi l’Italia è ai primissimi posti quanto a costi di cure dentarie e di altri interventi specialistici.
Il rapporto tra qualità delle prestazioni e prezzo è in Tunisia favorevolissimo, e lo abbiamo constatato personalmente. Ad settembre 2012 avevamo bisogno di una serie abbastanza complessa di interventi ai denti (estrazioni, sinus lift e impianti). Dopo aver consultato più di un dentista (tra cui quello abituale) il miglior preventivo che avevamo avuto a Rimini è stato 8.950 euro.
Questi stessi interventi li abbiamo fatti a Monastir, con gli stessi identici materiali, di fabbricazione europea, e facendo anche un esame preliminare in più rispetto a quanto previsto dai dentisti italiani. Abbiamo speso in tutto 2.800 euro, recandoci sul posto 2 volte: una prima volta per 5 giorni, una seconda, dopo 4 mesi, per 6 giorni. E alloggiando, con una spesa davvero bassa, in un albergo sul mare convenzionato con lo studio dentistico.
In questi 2 frangenti abbiamo poi fatto a Sousse una visita oculistica privata, dove ci è stato diagnosticato un disturbo, poi confermato da visita fatta in Italia, e una visita privata da un otorino. In entrambi i casi siamo stati accolti con grande gentilezza in studi confortevoli e puliti, e visitati a lungo, con l’ausilio di macchinari che sono gli stessi che si usano in Europa. In entrambi i casi per la visita abbiamo pagato 20 euro! Gli aneddoti, a questo riguardo potrebbero essere molti, ma ci fermiamo qui.
In Tunisia esistono attualmente circa 80 cliniche private polivalenti, dislocate tra la capitale e le città di maggiore afflusso turistico. Ci sono poi diverse cliniche specializzate e numerosi studi dentistici attrezzati a curare pazienti provenienti dall’estero.
Insieme con l’odontoiatria l’altro settore di punta è la chirurgia estetica, e anche in questo caso le prestazioni, a parità di livello qualitativo, costano dal 30 al 60% in meno rispetto all’Europa occidentale, includendovi anche le spese di viaggio e soggiorno. A cosa sono dovute queste tariffe così basse? Certo non alla bassa qualità delle prestazioni o di materiali e attrezzature, come potrebbe pensare chi non ha mai visto con i propri occhi le strutture o come sostengono in malafede i detrattori. I motivi sono diversi. A parte quello contingente del cambio favorevole dell’euro, ce ne sono altri che fanno riflettere. Anzitutto le minori pretese economiche dei professionisti.
Poi il minor costo della vita, che si riflette anche sugli stipendi, gli affitti o gli ammortamenti degli ambulatori, ecc. E, ancora, una politica fiscale che premia con sostanziose detassazioni quelle strutture che lavorano con pazienti stranieri.
Per concludere, alcuni paesi europei forse più lungimiranti del nostro, al fine di contenere la spesa sanitaria nazionale addirittura incoraggiano i loro cittadini a curarsi all’estero, concedendo sostanziosi rimborsi per alcune prestazioni effettuate fuori dai confini, in paesi come la Tunisia.
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